sicurezza

Smaltita la batosta alle elezioni, dopo il normale tran tran mediatico delle prime settimane, siamo tornati alla vita normale, i cittadini presi per il culo e i politici sempre la a dirci cosa dovremmo fare per i loro interessi..tutto alla normalità dunque..

La sinistra l’abbiamo lasciata a leccarsi le ferite e a promuovere una nuova fase politica (nella speranza che questo porti ad una svolta unitaria e non all’ennesima scissione), il paese vede salire al governo il nuovo esecutivo Berlusca…tante parole, molta demagogia e interessi personali da difendere e coltivare..

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Il popolo ha scelto così..e così sia..ma permettetemi di oppormi con tutta forza contro le linee – a mio modo di vedere – “neofasciste” del nuovo esecutivo: soprattutto con la questione più spinosa..la sicurezza..

 

La sicurezza, uno dei pallini di qualunque leader di destra e pilastro portante delle dottrine neofasciste o simili..il tutto basato su un concetto: la generalizzazione.

Con questo principio si pensa di fare di “tutta l’erba un fascio” (uhm..la parola torna) e descrivere intere popolazioni, etnie o semplicemente gruppi di persone attraverso solo alcuni aspetti e allargarli a tutti..

 

E’ come se potessimo dire di conoscere completamente una persona attraverso solo alcuni suoi atteggiamenti, dimenticando tutto il resto o magari ignorando ciò che noi non vediamo o non conosciamo..

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In questo periodo il problema è: “clandestini

Bene, una semplice espressione spiega il tutto clandestino=ladro, mendicante, criminale quindi gli immigrati sono tutti dannosi, come fossero diavoli e come tali devono essere espulsi, incarcerati, via così…

 

Senza considerare che alcuni di loro hanno patito sofferenze, subito violenze, vissuto durante guerre e se sono qui è perché speravano in una vita migliore, in una speranza più alta che finire in qualche miniera o arruolati forzatamente..chi siamo noi per negare questo?

Come possiamo credere di essere migliori di altri, solo perché il caso ci ha concesso di vivere (più o meno) agiatamente, in un paese libero e democratico? Solo per questa combinazione possiamo sentirci superiori? Noi siamo stati noi i primi a migrare in altri paesi all’inizio dello scorso secolo in cerca di vita migliore?

 

Non voglio assolutamente cadere nel buonismo, ci saranno sicuramente criminali tra loro, ma non è possibile attribuire a tutti i reati dei pochi, come d’altra parte nessuno di noi vorrebbe essere etichettato come mafioso solo perché in Italia esiste ancora questa piaga…

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Ed eccoci arrivati al punto: troppo facile nei momenti di difficoltà scaricare le colpe sui più deboli e colmare la crisi di valori e di identità con il nazionalismo, la xenofobia e il razzismo..

Il senso di superiorità verso il diverso, la chiusura verso altre culture, altro non sono che un ultimo tentativo (disperato) di giustificare i problemi scaricando colpe su altri; un bel controsenso se si pensa che nei principi del capitalismo c’è proprio la globalizzazione e l’omologazione..

 

Luca

 

 

« Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità » 

                                                                            Albert Einsten

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